Nei Diari dello scrittore-soldato Eugenio Corti “Il ricordo diventa poesia”

Eugenio Corti in Russia

Eugenio Corti, scrittore e saggista di forte matrice cattolica, combattente su fronte del Don e poi con gli Alleati contro i nazisti, sentì prestissimo la vocazione alla scrittura come quella alla ricerca esistenziale ed estetica: ne sono una straordinaria testimonianza alcune pagine sinora inedite dei suoi Diari, pubblicate in questi giorni dalla casa editrice Ares. Da esse apprendiamo la sua formazione letteraria, l’amore per la natura, la fede cristallina, come le vicende drammatiche degli anni della Seconda guerra mondiale, che saranno il motivo ispiratore della sua scrittura.

Nato nel 1921 in Brianza e scomparso nel 2014, Corti è noto soprattutto per un best-seller, “Il cavallo rosso”, uscito nel 1983 e confermatosi, con il succedersi delle edizioni e delle traduzioni (spagnolo, francese, inglese, lituano, romeno, e ultimamente anche giapponese), come un autentico caso letterario. Le sue vicende romanzesche e insieme reali si intrecciano con gli avvenimenti che hanno sconvolto il mondo tra il 1940 e il 1974, sui quali si proietta una serrata riflessione sul perché della vita e del significato della Storia: «summa della mia vita e insieme delle vicende del nostro secolo», come disse lo scrittore.

Il volume pubblicato da Ares si intitola “Il ricordo diventa poesia. Dai Diari, 1940-1948” (a cura di Vanda Corti e Giovanni Santambrogio, pagg. 176, euro 14,00) e rappresenta una prima scelta antologica del ricco materiale contenuto nelle pagine diaristiche dello scrittore, materiale che la casa editrice si propone di rendere noto integralmente in futuro. Ma intanto già questa selezione è molto ricca e significativa: «un piccolo dono», come scrive Giovanni Santambrogio (curatore del libro insieme alla vedova dello scrittore, Vanda), «non più rinviabile, da consegnare ai tanti lettori che ininterrottamente manifestano il loro affetto al romanziere e all’uomo».

Molti i temi affrontati: i fatti e gli accadimenti della vita, l’interesse per la Russia (che risale a ben prima che Corti vi andasse a combattere in guerra), ma anche l’interrogazione spirituale e la riflessione letteraria. «Sto leggendo Stendhal, devo leggere Proust… queste ultime letture sono necessarie, se devo tornare ai
miei diletti Omero-Virgilio-Dante attraverso l’assorbimento e il superamento della cultura posteriore…», è scritto in uno degli appunti ora pubblicati: testimonianza dello spessore letterario, oltre che filosofico, delle pagine di Eugenio Corti.

(Roberto Carnero, 20/01/18, Il Piccolo)