Corti si potrebbe leggere in classe, intervista a Maddalena Martinoli

Maddalena Martinoli

Monza – Maddalena Martinoli è docente di lettere all’Istituto San Carlo di Como ed è legata ad Eugenio Corti da una profonda amicizia. Non sorprende dunque se ai suoi alunni del quarto anno del liceo propone sempre la lettura de “Il cavallo rosso” . “Per me dovrebbe essere letto al posto dei Promessi sposi – dice -: in fondo i valori proposti dal Manzoni sono gli stessi veicolati dall’opera di Corti. Solo che mentre il romanzo del Manzoni è ottocentesco e si riferisce a fatti del Seicento, Il cavallo rosso ha un linguaggio più vicino a quello dei nostri ragazzi e racconta vicende più vicine a loro”.

“I miei alunni hanno avuto la possibilità anche di incontrare personalmente Corti – spiega Martinoli – ed è chiaro che è stata una esperienza che li ha entusiasmati. Non è facile avere l’opportunità di leggere un libro e poterne discutere insieme a chi lo ha scritto”. Anche sabato prossimo andrà a trovare Corti nella sua casa di Besana: “Verrà con me un ragazzo di quinta liceo che sta preparando la tesina per l’esame di Stato sulla sua opera,ma porterò anche un’alunna di seconda media che come Corti si è appassionata alla poesia classica”.

Come è nata l’amicizia con Corti?

“Mi sono appassionata alla sua opera grazie ad un amico, quando avevo 16 anni. Mio nonno che non ho mai conosciuto ha fatto la Campagna di Russia come Corti e ho ritrovato nelle sue pagine molti dei ricordi e dei racconti che mi ha fatto mia mamma. Ho avuto poi la possibilità di conoscerlo di persona e ogni volta che vado a trovarlo mi sorprende la sua capacità di far sentire tutti come a casa”.

Davvero tutti i suoi alunni si appassionano alla lettura grazie a Corti?

“Questo non si può dire. Anzi, ad essere sincera, c’è chi davanti alla mole di pagine de “Il cavallo rosso” storce il naso. Di solito tutte le insegnanti di lettere della nostra scuola danno il romanzo da leggere durante l’estate e poi riprendono la lettura in classe. Non tutti lo leggono,ma chi lo legge, in genere, si appassiona. In fondo il nostro compito di educatori è quello di gettare dei semi che magari daranno frutto più avanti”.

Perché ,secondo lei, non è così frequente trovare classi dove si legge l’opera di Corti?

“In primis perché non tutti i professori lo conoscono. E’ un romanziere che racconta anche cose scomode. E’ un uomo che trasmette nella sua opera una grande umanità e un profondo senso religioso che magari può non piacere a tutti. Eppure i valori di cui parla Corti nelle sue opere sono quelli che i ragazzi scoprono come importanti nella vita di tutti i giorni”.

Secondo lei che possibilità ha Corti di vincere il Nobel?

“Non so i meccanismi che portano all’attribuzione del premio. So di certo che questa campagna per attribuire il nobel a Corti sarà già un successo se servirà a diffondere la conoscenza di uno scrittore che, a mio avviso, dovrebbe essere letto e conosciuto, come si legge e si conosce Alessandro Manzoni”.

(Rosella Redaelli, Il Cittadino MB, 02/06/2010)