Taggato: I più non ritornano

Eugenio Corti

La mostra Naufraghi in un mare di neve

Biblioteca Sormani. A 80 anni dalla spedizione italiana in Russia, artisti e scrittori la raccontano nella mostra “Naufraghi in un mare di neve”. Dipinti, disegni, lettere e scritti per documentare le vicende della spedizione in Russia nel ‘42 e il dramma della ritirata dell’esercito italiano nel ‘43.
La mostra è allestita sullo Scalone d’Onore di Palazzo Sormani fino al prossimo 4 febbraio, ingresso gratuito.

Eugenio Corti

Eugenio Corti, lettera sul male

Davanti a così insostenibili or­rori noi, anziché fare disquisi­zioni e ragionamenti, avremmo semplicemente voluto che Dio intervenisse, e impedisse, lì sul momento, all’uomo – anche a me… a tutti gli uomini coinvolti – di continuare a operare il male. Siccome non lo faceva, noi finivamo col vedere soltanto questo: che Egli non lo faceva.

Eugenio Corti

La stagione all’inferno di Eugenio Corti

I più non ritornano è una testimonianza e un memoriale: Corti vuol strappare alla dimenticanza questi brandelli di storie individuali e collettive. Non potendo dar loro sepoltura, egli vuole perpetuare il ricordo dei suoi compagni morti: ci sono in questo libro figure indimenticabili come quella di Zoilo Zorzi, il giovane ufficiale veneto che prende congedo con eleganza dai suoi commilitoni e dalla vita: Corti vuol salvare lui e gli altri da quell’altra forma di morte che è l’indifferenza.

Eugenio Corti

Il dito di Dio nella storia

Per secoli la filosofia ha cercato, senza successo, di trovare un senso alle vicende degli uomini. Finalmente il cristianesimo elabora una compiuta teologia della storia, che ispira tutta la letteratura occidentale. Eugenio Corti è...

Eugenio Corti

Addio a Eugenio Corti tra cattolicesimo e romanzo epico

Nel 1983 esce presso una casa editrice d’impostazione cattolica, l’Ares, dopo una stesura più che decennale, Il cavallo rosso, grosso romanzo generazionale, che abbraccia trent’anni di storia e vita italiana, dal 1940 al 1978, ovvero dallo scoppio della guerra all’anno dell’assassinio di Moro. L’opera mescola avvenimenti inventati e fatti reali, proponendosi come una reincarnazione del romanzo storico ottocentesco; ne risulta qualcosa, come fu fatto notare dalla critica, soprattutto cattolica, d’intermedio fra i Promessi sposi del Manzoni e Guerra e pace di Tolstoj.

Non si trattava solo di un’indicazione tecnica, ma d’un giudizio di qualità, pronunciato pressoché all’unisono prima in Italia, quindi, soprattutto, all’estero. Fra tutti spicca il quotidiano Le Monde, che, in occasione della traduzione francese, saluta Il cavallo rosso come «un romanzo inclassificabile, che ci offre le chiavi per la nostra epoca».