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Eugenio Corti

La mostra Naufraghi in un mare di neve

Biblioteca Sormani. A 80 anni dalla spedizione italiana in Russia, artisti e scrittori la raccontano nella mostra “Naufraghi in un mare di neve”. Dipinti, disegni, lettere e scritti per documentare le vicende della spedizione in Russia nel ‘42 e il dramma della ritirata dell’esercito italiano nel ‘43.
La mostra è allestita sullo Scalone d’Onore di Palazzo Sormani fino al prossimo 4 febbraio, ingresso gratuito.

Eugenio Corti

Le lettere dal fronte: “ciò che viene da Dio dà sempre gioia”

Prima che i russi sfondassero, Corti aveva corso pochi rischi. Aveva tempo per leggere, ascoltare la musica dal grammofono insieme agli altri ufficiali. Soprattutto, poteva immergersi nella natura tanto amata. Ecco gli appunti di una cavalcata: “Sono passato al galoppo lungo larghissimi costoni di collina, sono calato in ripide gole boscose, risalito dall’altra parte e piombato in un’immensa pianura che ho tagliato diagonalmente di gran carriera. E’ la vecchia terra dei cosacchi ch’io ho attraversato, in una sua minima parte su un cavallo cosacco, un po’ da cosacco”.  Tutto questo accadeva prima del 19 dicembre. Quel giorno i russi attaccarono. Da lì in poi sarebbe stato solo l’inferno.

Eugenio Corti

Eugenio Corti, lettere dal fronte

Lui è sicuro di tornare, perché sente il destino di Dio su di sé. Ai genitori, prima di partire scrive: «Io parto sereno, allegro anche. Ciò che viene dalle mani di Dio dà sempre gioia. Vorrei che anche voi riusciste a pensarla come me. E ricordatevi: tornerò. Da quanto vi ho detto prima è chiaro che devo tornare: lo sento».

Eugenio Corti e i genitori

“Vi bacio. Inviatemi guanti e cioccolato”

Leggendo lo straordinario documento storico e umano rappresentato dalle lettere scritte da Eugenio Corti dalla Russia, quel che più stupisce è il tono assolutamente lieve, tremendamente tranquillo, diremmo quasi incosciente, con cui il futuro scrittore descrive il viaggio, gli incontri, la vita al campo militare. Prima di restare imprigionato nella famigerata sacca sul fronte russo, infatti, tenendo fede alla sua promessa di dare sempre e notizie a casa, scriverà una lettera al giorno, per informare, rassicurare, soprattutto, per non recidere quel filo che lo lega a una famiglia numerosa, amatissima. Ma l’effetto, per noi quasi straniante, è quello di sentire la voce di un buon ragazzo, figlio della sua “amatissima mamma”, del suo “carissimo papà”, cui racconta la sua vita di tutti i giorni senza avere all’inizio la piena consapevolezza del pericolo verso cui sta avviandosi, o meglio, del pericolo verso il quale la Storia lo sta portando.