Categoria: Interviste a Eugenio Corti
Il prosatore, drammaturgo e pubblicista italiano Eugenio Corti, la prima parte (“Sul fronte orientale”) della cui trilogia “Il cavallo rosso” è stata pubblicata recentemente dalla casa editrice “Mintis”, ha fatto visita al traduttore del suo libro Algimantas Vaisnoras. Con l’aiuto del traduttore, lo scrittore e la moglie signora Vanda hanno gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande.
Dai lettori mi attendo che fra quanti sotto sotto non condividono le concezioni della cultura illuministica oggi dominante, anzi stra dominante (in particolare fra i cristiani), ce ne siano che accolgono con gioia la mia nuova opera, nella quale le loro concezioni più autentiche sono presentate non già in modo subalterno, ma al contrario poste alte sul monte. Spero inoltre che qualcuno cominci a intravedere finalmente la possibilità d’uscire dalla lisa provincialità in cui la cultura illuministica d’importazione (ormai fallimentare dovunque — pensi a ciò che ne dice Testori) costringe l’Italia.
Questa lunga intervista su argomenti diversi, venne registrata in un unico pomeriggio in casa di Eugenio Corti da Camillo Ravasi per I quaderni della Brianza; è stata poi rivista da Corti.
Una lunga intervista video, pubblicata su Youtube da Paolo Smeraldi e realizzata insieme a Luigi Ceffalo, Luca e Silvano Paganini il 5 agosto 2010 nella casa dello scrittore a Besana Brianza.
Eugenio Corti, cos’è che vi ha determinato a scrivere questa vera e propria “Somme” romanzesca che è Il cavallo rosso?
“Intendevo effettivamente scrivere la “Summa” (in senso tomistico: il compendio) della mia vita, e insieme – quel che è più importante – delle vicende del nostro secolo. Che io vedo come il periodo conclusivo di un drammatico processo storico iniziatosi quattro secoli fa. La materia a disposizione era enorme, e straordinariamente carica di significato, inoltre ad alcune grandi vicende io avevo preso parte personalmente. È questo che mi ha attirato, e infine convinto ad affrontare l’impresa”.