L’isola del paradiso
Iniziative per il centenario della nascita di Eugenio Corti
Ritorna con una nuova veste grafica L’isola del Paradiso di Eugenio Corti che rievoca la vicenda dell’ammutinamento del Bounty, quando un pugno di marinai ribelli cercò di riprodurre il paradiso in terra vivendo in assoluta libertà su una sperduta isola tropicale.
Nel Fumo nel tempio, così Corti presentava la sua ricerca: «È, questo del Bounty, uno dei rarissimi episodi storici che, pur essendo accaduti in epoca moderna, hanno assunto tutte le caratteristiche del mito.
Le pubblicazioni di massa si soffermano principalmente sull’ammutinamento e sul ritorno degli ammutinati alle isole felici, tra le affascinanti isolane. Tendono invece a trascurare quella che a me sembra la cosa più importante: cioè la vera conclusione della vicenda, ossia ciò che è accaduto ai ribelli dopo il loro ritorno nel paradiso terrestre.
Erano tutti uomini e donne giovani; lasciata Tahiti per non essere disturbati dalla marina inglese, si erano insediati in una piccola isola sperduta nell’oceano, verde e disabitata, e avevano bruciata la loro nave, disponendosi a vivere una vita di libertà totale, senza remore di alcun genere. Non avevano preoccupazioni di sussistenza, essendo l’ambiente favorevole quant’altri mai; ciononostante cominciarono abbastanza presto ad ammazzarsi tra loro: anzitutto per invidia (proprio come Caino, al tempo in cui con suo fratello aveva a disposizione il mondo intero), poi per lussuria, superbia, egoismo; finché dei maschi ne rimase in vita uno soltanto».
L’autore del Cavallo rosso a confronto narrativo con un mito moderno mito moderno: il pugno di marinai ribelli della nave inglese Bounty che nel 1789 volle riprodurre il paradiso in terra volle riprodurre il paradiso in terra. Corti mette in scena quella vicenda utopistica e tragica rappresentando con dialoghi e descrizioni gli ammutinati e la trama dei loro comportamenti. Una storia avvincente in un «racconto per immagini» che inventa uno stile narrativo per accompagnare il lettore contemporaneo nei territori dello sguardo.
Ci si emoziona per le speranze, le passioni e gli errori di uomini come Christian, Young Smith, Minari, e per la grazia, il coraggio e il buonsenso di donne come Susanna, Sara, Maimiti e Balhadi. Pitcairn, l’«isola del paradiso», si rivela man mano al lettore come un completo microcosmo di umanità, dove peccato e dove peccato e redenzione combattono la loro eterna battaglia quotidiana
(15/04/21, Resegoneonline.it)