Un’intervista al curatore dei Diari di Eugenio Corti
Questo nuovo libro dal titolo Il ricordo diventa poesia contiene una selezione dai Diari dello scrittore composti dai diciannove ai ventisette anni. Qual è l’aspetto principale della personalità di Eugenio Corti che emerge da questi scritti?
Eugenio Corti inizia a scrivere diari già durante gli anni del liceo. Di questi scritti oggi rimane solo un quaderno: il resto è andato perduto per varie ragioni, tra cui l’umidità che purtroppo negli anni ha compromesso la leggibilità. Nella selezione delle pagine tratte dai Diari 1940-1948 – che oggi vengono pubblicate dalla casa editrice Ares, editore storico di Corti – troviamo informazioni molto importanti per capire la personalità del futuro scrittore, i suoi interessi culturali, gli studi e soprattutto la passione per la Russia.
Il giovane Eugenio rimase molto colpito dalla lettura di un libro, scritto in forma di diario, dal titolo Studenti, amore, Ceka e morte della scrittrice russa Alja Rachmanowa, pseudonimo di Galina Nikolaevna Djuragina (1898-1991). Il testo ripercorre gli anni della rivoluzione russa, dal 1916 al 1920. L’autrice vive e subisce assai negativamente questo periodo: la sua famiglia non condividerà la svolta leninista delle rivoluzione e sarà costretta ad espatriare. Corti, colpito dalla lettura di quest’opera, si immerge letteralmente nella vita quotidiana della Russia bolscevica e rimane profondamente impressionato dal clima poliziesco e di terrore che si era instaurato nel paese. Si immedesima in questa situazione a tal punto che la Russia diventa per lui una priorità di studio e un desiderio di andare a conoscere la gente e la storia di quella nazione. Vuole vedere di persona i cambiamenti negativi accaduti. Si radica così in lui una ragionata opposizione all’ideologia comunista, che negli anni successivi lo porterà a studiare il fenomeno. Quando scoppia la guerra e viene chiamato a prestare il servizio militare, Corti farà di tutto per essere inviato sul fronte russo. E ci andrà.
La lettura della Rachmanowa influenza il giovane Corti anche da un punto di vista letterario: l’autrice inizia Studenti, amore, Ceka e mortecon una descrizione di sé e queste pagine vengono imitate da Eugenio che, in apertura del Diario, scrive un proprio autoritratto. L’idea di ripercorrere i Diari e di proporre una selezione di testi risponde a due obiettivi: capire ancora di più la personalità di un grande scrittore e andare a trovare le tracce della sua vocazione narrativa,comprendere il percorso di formazione culturale e i motivi ispiratori del suo lavoro. Sapevamo che i suoi tre grandi autori e ispiratori sono Virgilio, Omero e Dante, ma come questi lo hanno influenzato lo capiamo meglio dalla lettura dei Diari. In queste pagine troviamo poi un diario che diventa anche “laboratorio di scrittura” con pagine narrativamente intense, altre di esercizio di descrizione degli ambienti naturali, altre delle situazioni storiche e dell’esperienza militare e di guerra. Va precisato che sono stati esclusi volutamente tutti gli aspetti relativi alla guerra, perché di questo si conosce già molto, soprattutto leggendo le opere pubblicate negli anni successivi, come I più non ritornano, Gli ultimi soldati del re e soprattutto Il cavallo rosso. Quello che emerge è un Eugenio Corti appassionato della vita e sensibile ai fatti che accadono nella storia. Si rileva fin da subito una persona dalla fede forte, con un senso profondo dell’azione della Provvidenza nella storia e della presenza della Grazia: una presenza riscontrabile sia nelle vicissitudini della vita personale sia nelle vicende che interessano la grande storia.
Cosa può insegnare, in particolare alle nuove generazioni, la lettura di questi testi?
Il diario è la forma letteraria che maggiormente mette a nudo e rileva l’intimità di una persona, il suo carattere, i suoi ideali, i suoi sentimenti. La lettura di questi Diari di Corti consente a tutti, quindi anche ai giovani, di “dialogare” con una persona che non ha timore a raccontarsi presentandosi per quello che è, con le sue passione e debolezze. Di Eugenio Corti emerge subito la profonda fede, la sua tenacia e la sua forza di volontà che gli permettono di non arrendersi di fronte alle difficoltà della vita, anche quando la morte in Russia, nelle distese di neve e ghiaccio, gli sottraeva giorno dopo giorno gli amici e i soldati che avevano combattuto con lui. Il futuro scrittore non solo ha un alto senso del dovere, ma insegna anche a coltivare il senso della responsabilità. Secondo Eugenio Corti, tutti abbiamo un compito specifico e fondamentale da realizzare nella vita: ciascuno di noi deve scoprilo. Per i lettori, soprattutto per i giovani, queste pagine sono un motivo e un esercizio per riflettere su se stessi e per imparare a conoscersi meglio.
Anni fa Eugenio Corti dichiarò che l’influenza di sua moglie Vanda è stata determinante nel suo mestiere di scrittore; in particolare, grazie a lei l’autore disse di aver imparato il senso delle misura nello scrivere, evitando gli eccessi. Cos’è l’amore umano per Eugenio Corti?
I Diari sicuramente mostrano la maturazione in Eugenio Corti della coscienza dell’amore umano e di come questo si traduce concretamente nella vita di ogni giorno, nelle scelte concrete, nei drammi come la guerra. E’ significativa la dedica riportata all’inizio del primo quaderno dei Diario: “A te / che ancora non conosco / e che un giorno diventerai / la compagna della mia vita, / ai tuoi grandi occhi / lucenti / questi diari, / sui quali certamente mi accadrà di narrare / il nascere del nostro amore. / Verba volant / Scripta manent”. Eugenio Corti dedica quello che scriverà alla ragazza che sarà sua moglie e che, nel momento in cui inizia a scrivere quelle righe, ancora non conosce. Nei Diari non si parla della moglie Vanda: lei è presente in maniera fugace in un paio di passaggi. Compare invece un’altra figura femminile, Margherita, di cui non offre descrizioni né particolari. Si deduce che sia stata un’amicizia importante me che poi si è interrotta. È significativo il fatto che il diario inizi con una dedica alla futura moglie: per Corti la famiglia con gli affetti che genera costituisce un pilastro portante della vita. E la famiglia è la manifestazione di un amore tra due persone che mettono in comune tutto, anche i propri segreti. Consegnare alla futura moglie i propri diari sifgnifica svelare tutto di sé, presentarsi con tutti i propri pregi e i propri limiti, portare l’esperienza che si è fatta negli anni. Se Corti scrive i Diari pensando alla persona cui consegnarli, va detto che quando questa persona idealizzata e pensata diventa reale e ha un nome, Vanda, cesserà di scrivere i quaderni. I diari diventano vita condivisa quotidianamente e confidata a voce. Vanda diventerà per lo scrittore una figura determinante che gli insegnerà il senso della misura nello scrivere. Invito tutti a leggere la bellissima lettera scritta da Corti alla fidanzata nel novembre del 1950, riportata nella nota introduttiva al libro che inizia con le parole “Cara Vanda, ho molta nostalgia di te”. Questo brano spiega molto meglio di tante parole come l’autore veda e viva l’amore per quella che diventerà di lì a poco (il matrimonio sarà nel maggio 1951) la compagna della sua vita.
Dalla storia personale alla “Grande Storia”: grazie alla lettura di questi scritti cosa possiamo imparare noi, oggi, sulla storia del XX secolo italiana ed europea? Detto in altre parole: Eugenio Corti, in qualità di testimone e protagonista dei grandi avvenimenti (insieme meravigliosi e tragici) del suo tempo, quale lezione lascia ai posteri?
Quanto scritto nei Diari conferma come Eugenio Corti sia stato un grande interprete del XX secolo, in particolare della tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre è stato anche un grande interprete delle vicende italiane del Novecento, che sono poi descritte nelle sue opere. Questi Diari rafforzano l’idea di uno scrittore testimone e protagonista di un momento importante della storia, pieno di cambiamenti epocali. La lezione che lascia a noi e alle generazioni future è quella della responsabilità e dell’impegno: occorre essere protagonisti e prendersi cura e carico delle cose. La vita quotidiana di ciascuno non riguarda solo le proprie vicende personali, ma possiede anche una dimensione comunitaria e collettiva. La responsabilità deve essere esercitata anche nella polis, nella città, nell’impegno per migliorare la società e il corso della storia. Eugenio Corti è cosciente del fatto che non ci si possa disinteressare della storia e di quello che accade nel mondo intorno a noi nel momento in cui viviamo. In quest’ottica si comprende come la sua ferma decisione di andare a combattere sul fronte russo, come poi accadrà nel 1942, non sia frutto di volontarismo o dell’adesione ad una ideologia militarista, ma al contrario obbedisca al suo profondo desiderio di essere in sintonia con i grandi avvenimenti della storia di quel momento e di voler svolgere fino in fondo la sua parte.
Non è frequente la possibilità di conoscere così in dettaglio la personalità di uno scrittore. Grazie a quest’opera però ora è possibile: a quali altri grandi della letteratura possiamo paragonare il percorso di crescita, umana e letteraria, di Eugenio Corti?
Guardando complessivamente alla sua produzione letteraria e facendo una riflessione generale sull’uomo e sulla sua vita, penso che si possa accostare Eugenio Corti a figure quali Giuseppe Ungaretti e Georges Bernanos, autori esemplari per quanto riguarda l’impegno umano, civile e letterario e che avvertono tutto il dramma della guerra, o anche al poeta Eugenio Montale, che ha cantato la crisi della sua epoca. La riflessione di Corti sul dramma umano, il destino, la fede, la forza di volontà e la speranza richiama anche autori come Charles Péguy e Primo Levi, soprattutto il Levi di Se questo è un uomo, La tregua, I sommersi e i salvati.
Giovanni Santambrogio (Carate Brianza, 1952), giornalista, ha lavorato a Il Sole 24 Ore ed è tuttora collaboratore del supplemento culturale Domenica che ha diretto durante la direzione di Gianni Riotta. Quest’anno ha insegnato “Cultura giornalistica” all’Università Statale di Milano, mentre in passato è stato docente per oltre 15 anni in Università Cattolica. È autore di alcuni libri sul giornalismo tra i quali Storia del giornalismo italiano (UTET) e Lezioni di giornalismo(La Scuola) e di saggi su arte e teologia: I colori del Natale (Ancora, con prefazione di Bruno Forte), Gli angeli del Natale (Ancora, con prefazione di Gianfranco Ravasi), Il colore dei soldi (Ancora, con prefazione di Eugenio Borgna), Lo stupore del Natale (Ancora, con prefazione di Umberto Galimberti), I volti della misericordia (Ancora, con prefazione di Ferruccio de Bortoli).
(Associazione Culturale Internazionale Eugenio Corti, 22/12/17)