Eugenio Corti, la guerra contro il comunismo e “Il cavallo rosso”
Gli studi di Eugenio Corti sul comunismo sono molto ricchi ed estremamente metodici e permettono di comprendere la situazione del mondo marxista in Occidente.
Gli studi di Eugenio Corti sul comunismo sono molto ricchi ed estremamente metodici e permettono di comprendere la situazione del mondo marxista in Occidente.
Eugenio Corti, autore de “Il cavallo rosso”, ha vissuto una vita intensa, ricca di avventure, che ha catturato nelle sue opere. Come tutti i grandi scrittori, le sue riflessioni sulla vita quotidiana hanno fatto...
Al contrario, la libertà dei meridionali è realmente differenziata ab illo tempore da un quid che attiene al quadro normativo, i cui effetti si riverberano sulle risorse economiche, giacché a minore libertà corrisponde minore dinamismo economico. Ce lo dicono i personaggi del “Cavallo rosso” di Eugenio Corti. Manno approdò nel 1942 a Mazara del Vallo, dopo una fuga avventurosa da Tunisi su una barca di fortuna; “la pratica” di sbarco presso la Capitaneria “si dimostrò tutt’altro che semplice … ma qui si era nel ‘profondo sud’, legalitario e formalista e cavilloso, e per questo suo modo di essere frustrante qualsiasi iniziativa” (pag. 424 dell’edizione integrale).
Poco tempo prima che io venissi spostato in contabilità, fece il suo ingresso in azienda, Eugenio Corti. Era il figlio di Mario, erede di quella famiglia che aveva fatto l’impresa negli anni della guerra.
Avrebbe potuto tenere le redini di un piccolo impero, ma Eugenio era uomo di cultura, un intellettuale dall’indole riflessiva e dalle parole misurate. Il suo unico desiderio era di continuare a scrivere, di chiudersi nel silenzio del suo studio e abbozzare romanzi che, negli anni, sarebbero diventati grandi classici. Il padre non lo capiva.
Il suo compito è dunque quello di consegnare al lettore non una pagina qualsiasi ma un’opera d’arte. Egli non copia la realtà, non la fotografa, ma la rende vera perché, attraverso le sue parole, suscita un’idea, un’emozione, un piacere, invitando a cogliere il legame profondo con il suo creatore. Egli ricrea il vero perché lo imita, esprimendo l’anima delle cose e delle persone descritte o presentate; pertanto, i suoni, i colori, le forme generate nella mente del lettore ridanno vita a ciò che viene rappresentato. Eugenio ricostruisce il rapporto tra la materia e la forma, ossia tra il sensibile e l’intellegibile. E’ una verità che porta alla bellezza e, a sua volta, è una bellezza che rimanda alla verità. Possiamo così riassumerla nel grande assunto aristotelico-tomistico: nel particolare si trova l’universale.