Corti, candidatura depositata a Stoccolma

Eugenio Corti

Eugenio Corti

E adesso non resta che sperare. Le oltre 8 mila 500 firme raccolte a supporto della candidatura ufficiale dello scrittore di Besana Brianza, il 90enne Eugenio Corti, a premio Nobel per la letteratura, sono state inviate a Stoccolma, lo scorso 24 gennaio, accompagnate da una nota di un illustre accademico italiano, il cui nome, come da regolamento dell’Accademia di Stoccolma, resterà segreto per dieci anni.

“Il nostro impegno è stato massimo, in campo abbiamo dispiegato tutte le forze possibili, la mobilitazione è stata generale e l’adesione entusiastica- ha affermato il seregnese Sergio Mandelli, presidente del comitato per il premio Nobel ad Eugenio Corti- al di là di come si concluderà la vicenda, noi ci impegneremo sempre per divulgare le opere di Corti affinchè si riesca a smuovere quel muro che non gli consente di entrare nel circolo dei grandi scrittori. Come merita. Così da tenere alti i valori della nostra terra di Brianza, da lui così bene interpretati e cantati nelle pagine dei suoi libri, soprattutto in un periodo come l’attuale in cui sembra ci sia una riscoperta della società a cui appartenere. La testimonianza più attuale è giunta dal primo ministro inglese David Cameron, che nell’intervento alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera del 5 febbraio scorso, ha dichiarato che il multiculturalismo di stato è fallito”.

Nell’opera di sensibilizzazione al Nobel per Corti una parte molto attiva hanno avuto gli undici Lions club della Brianza sollecitati da Sergio Cazzaniga, presidente in carica del “Seregno Brianza”, che venerdì 4 febbraio ha dedicato un intero meeting del suo sodalizio per promuovere la figura e l’opera dello scrittore Corti. Al suo fianco come relatori Sergio Mandelli e il direttore de ”il Cittadino”, Luigi Losa. E proprio nel corso del meeting che Cazzaniga ha dato l’annuncio che la candidatura di Corti era stata depositata all’Accademia di Stoccolma.

Quindi ha ricordato di aver conosciuto Corti negli anni Sessanta, quando assieme ad altri pionieri, quali Franco Cajani e Luigi Losa, hanno cominciato a parlare di Brianza, di comprensorio prima e di Provincia poi. “Corti era il cantore dei valori della nostra terra, di quei valori: famiglia, chiesa, lavoro, che hanno permesso alla Brianza di passare da una condizione di estrema povertà ad una di benessere fra i più elevati al mondo”. Cazzaniga ha sottolineato che:”proprio per salvaguardare lo stupendo patrimonio ideale e di valori che possiede la Brianza avvertiamo il bisogno di darle un’anima, per non fare come si è fatto con l’Europa. Desideriamo dare un’anima alla Brianza che sia espressione di quei valori ideali, morali, sociali e culturali che Eugenio Corti ha saputo raccontare in modo straordinario in tutte le sue opere e, in particolare, nel suo capolavoro “Il cavallo rosso””.

(Paolo Volonterio, 11/02/2011, Il Cittadino MB)