Al lettore dei diari di Eugenio Corti

Il ricordo diventa poesiaAl lettore 

Dirò brevemente come è nato questo libro.
All’inizio dell’estate, pochi mesi fa, vennero a trovarmi alcuni amici della Fondazione “Il Cavallo Rosso” e del Liceo Don Gnocchi di Carate. Mi chiesero se era possibile raccogliere inediti di Eugenio in un libro da dare come lettura ai giovani.

Pensai subito ai diari: “Certo – dissi – mi sembra un’ottima idea”.

Subito mi vennero in mente i molti studenti che, accompagnati dai loro insegnanti, erano stati qui nella casa di Besana, per incontrare Eugenio, interrogarlo, ascoltarlo.

Ho infatti sempre ricordato la freschezza e l’allegria dei loro volti, la serietà e l’attenzione quando, seduti a cerchio intorno a lui, ascoltavano i suoi racconti. Ogni tanto mi giungevano all’orecchio risate fragorose: significava che, fra i tanti racconti, c’erano anche quelli ironici e divertenti. Anche gli universitari venivano, proponendosi in gruppo, e concludevano gli incontri con cori di canzoni degli alpini.

Eugenio amava i giovani, da loro era ricambiato, e godeva nel raccontare: si definiva spesso scherzosamente un “cantastorie”.

Venne pochi giorni dopo quell’incontro il giornalista Giovanni Santambrogio a organizzare la struttura del lavoro e a fare una prima selezione di pagine. In seguito mi sono sentita sempre più coinvolta, mi sono appassionata e ho cercato le pagine che meglio mi riportavano alla personalità di Eugenio e al suo grande bisogno di dare e ricevere amore.

Nei diari Eugenio si rivela un ufficiale che assolve scrupolosamente i suoi compiti, ma resta comunque un giovane con le sue ribellioni, il desiderio di osservarsi alla prova e tenace nell’affermazione di sé, con la gioia esaltante della conquista e lo scoramento profondo per la solitudine e le incomprensioni, con la generosità, gli affetti, le amicizie che dureranno una vita.

Eugenio parla spesso dell’amore; scrive nel giorno del suo ventesimo compleanno: “… penso che nessuno come me ha sentito ad ogni minuto, ad ogni passo, il desiderio dell’amore…”.

Lo cerca, lo sogna e finalmente lo trova.

Di me non parla nei diari, c’è solo un breve accenno nel novembre ’47: “Dovrei ora parlare di V., più importante di quanto detto finora. Ma non lo faccio”.

Poco dopo termina di scrivere i diari: cominciano per me le sue lettere, per tutti a testimoniare la sua vita e il suo impegno verranno i libri.

Fra le tante lettere riporto quella del 5 novembre ’50.

Cara Vanda, 
ho molta nostalgia di te, con cui sono stato così poco e quel poco tempo pieno di altre cose. Cresce costantemente in me il desiderio di averti sempre, così che ciò che in un momento affrettato non ti posso dire, o non posso rimirarti abbastanza, come quando portavi il velo in capo, lo possa far poi, a mio piacimento, avendone sempre il tempo: tanto tempo, da poterne sciupare. An- che quel nostro comportarci da gente giudiziosa accresce in me il desiderio, e siccome noi ci comporteremo ormai così, l’accrescerà sempre e il giorno del nostro matrimonio sarà un gran giorno. Vorrei che anch’io continuassi a entrarti sempre più nell’anima, come tu entri nella mia… Intanto anche l’Anno Santo ci ha unito: avvenimento come è eccezionale e indimenticabile in una vita. Quelle nostre preghiere in comune: io un po’ più sbilanciato, che seguivo la tua riga costante e certa: che bellissimo ricordo! Veramente il simbolo della nostra azione comune. Ti sei accorta? Io ho bisogno di un’àncora, se no mi perdo e cresco dietro una frase, un punto. Buono è anche questo crescere: ma ci vuole la donna che ci conservi aderenti al reale. 

Ciao Vanda bella: ti desidero molto. Pensami spesso, sempre. Prega per me, specie in questa settimana, da domani al 12, che saranno giorni di lavoro duro secondo il mio programma. Non staccarti da me, dal mio ricordo: io devo entrare anche nella tua vita di Rieti, esserne il centro. 

Ciao, dolce donna mia.
Eugenio. 

Mi auguro che anche i giovani di oggi, attratti e distratti da tanti interessi diversi, possano trovare interesse e riconoscersi nelle pagine di questo libro. In fondo non è passato molto tempo da quando, dopo la morte di Eugenio, molti sono venuti a trovarmi o mi hanno scritto per confermami il loro affetto e la loro riconoscenza.

Buona lettura a tutti. Besana, 11 novembre 2017
Vanda Corti