Scritti di Eugenio Corti – Cassino 1944
In quell’occasione attraversammo Cassino: fu in treno. Prima d’allora io avevo visto molte distruzioni sia in Italia che fuori, ma nessuna paragonabile a questa.
In quell’occasione attraversammo Cassino: fu in treno. Prima d’allora io avevo visto molte distruzioni sia in Italia che fuori, ma nessuna paragonabile a questa.
“Non tentate, con quelle continue osservazioni, di tarparmi le ali”. E’ una lettera molto dura, ma sincera e profonda, quella che Eugenio Corti indirizzò al padre al ritorno della Russia in una licenza estiva prima di tornare al fronte. Un lungo inedito, risalente al luglio del 1943, che vede la luce solo ora, ritrovato tra le preziose carte (bozze e appunti di romanzi carteggi, tracce di conferenze che stanno venendo riordinate a casa Corti in vista della definitiva collocazione presso la Biblioteca Ambrosiana.
«C’è un eroe dell’Iliade che amo più di tutti gli altri: Ettore. Incarna l’uomo che non si arrende. E non teme la sconfitta perché dà sempre tutto se stesso». Eugenio Corti, che di battaglie se ne intende, non ha nessuna intenzione di risparmiarsi.