La terra dell’indio di Eugenio Corti, una storia da riscoprire
A un certo punto – dichiarò anni fa Eugenio Corti alla sua biografa Paola Scaglione – mi ero imposto di leggere alcuni importanti autori della letteratura moderna, che non ero mai riuscito ad accostare perché mi suscitavano troppa ripugnanza. Tra questi Voltaire. Ho cominciato col Candido e, ancora una volta, dopo averne letto qualche decina di pagine, l’ho abbandonato. Ma il fatto che in quelle poche pagine parlasse così male delle Riduzioni dei gesuiti in Paraguay mi ha indotto a pensare che in esse dovesse esserci qualcosa di veramente buono.