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Il cavallo rosso

Il cavallo rosso

E’ la misericordia la vera protagonista di questo appassionato romanzo: è la misericordia di una terra di “parlotti” che accompagna con passione la storia dei propri figli, è la misericordia di famiglie che combattono per essere sempre più, in un mondo diviso, un fulcro di unità, di speranza e di affezione, è la misericordia di una chiesa, anche’essa scossa dalla contraddizione, ma sempre immersa nel dramma umano come segno di una strada insostituibile, e soprattutto è la misericordia di uno scrittore che dalla sua carne ha tratto la costola per realizzare questa sua stupenda creatura e l’ha amata in ogni sua piega.

Il cavallo rosso

Il cavallo rosso, romanzo di Eugenio Corti

Giudicheranno i lettori, più che i critici, poiché la componente popolare che anima le pagine di Corti fa appello alla coralità sociale della gente che vive e opera in questo ottavo decennio di secolo. Senza sofismi e privo di retorica, questo romanzo costituisce, nella sua cattolicità, un albero piantato al centro delle nostre speranze e delle nostre attese. E siamo certi che esso darà solidi germogli per il nostro domani di fede, di moralità, di cultura sociale e politica. 

Eugenio Corti

La Brianza tra arte e responsabilità

Ancora oggi, si può dire che la realtà spirituale della Brianza rimanga la stessa, ma a me pare di vederla come se stesse sott’acqua, sul fondo dei laghetti di cui la Brianza è piena. Le chiese la domenica sono colme come una volta; poi, però, l’esercizio delle virtù morali non è più lo stesso, come testimonia per esempio il numero dei figli delle famiglie briantee, che una volta erano le più numerose d’Italia (anche più di quelle delle regioni meridionali) e oggi invece non riescono più a mantenere l’equilibrio demografico sul territorio. È un mondo, dunque, che lentamente sta scomparendo. 

Eugenio e Vanda Corti

“Uno dei più grandi scrittori italiani boicottato dalla cultura di sinistra”

“Quando passeggiava fra boschi e torrenti lombardi non si fermava mai, neanche sotto il diluvio. Diceva: siamo al caldo nei piumini e non ci sparano addosso. Avanti”.
Per Eugenio Corti ogni montagna era in discesa; era tornato dalla Russia a piedi, aveva combattuto con i suoi compagni in quell’inverno del 1942 per aprirsi un varco verso casa, verso la Brianza immortale del Cavallo Rosso.

Il cavallo rosso

La Brianza di Eugenio Corti, una terra di fede vissuta

La Brianza di Eugenio Corti non è – mai, nemmeno all’aprirsi della narrazione – il mondo bello idealisticamente vagheggiato. Né appare la scena teatrale di un idillio infranto dalla perversione del mondo esterno. Piuttosto è lo spazio della memoria, il luogo in cui la presenza del peccato originale non elimina il costante e prevalente riferimento a Dio dei singoli e della collettività.