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Eugenio Corti in Russia

Eugenio Corti, dalle lettere salta fuori il Cavallo

Percorse da una granitica fede cristiana, dalla convinzione di eseguire il proprio dovere di italiano e di uomo, fra l’entusiasmo della partenza, la “facile” avanzata iniziale e poi il faccia-a-faccia coi primi morti, fra carni congelate, uomini pietrificati dal ghiaccio e un e un montante senso di sfascio morale, le pagine che il giovane sottotenente invia a casa torneranno in forma narrativa – ecco l’importanza del carteggio fino a oggi inedito – nei suoi libri più importanti: prima I più non ritornano (romanzo sulla ritirata di Russia uscito nel ’47 e che piacque a Benedetto Croce e Mario Apollonio) e poi, appunto, Il cavallo rosso.

Il cavallo rosso

Scritti di Eugenio Corti – La squadra manifesti

La cena era al caffè ( caffè vero, importato dal Brasile come una volta) e i discorsi al tavolo s’erano frazionati, quando giunse dalla strada un confuso vocio. I nervi di tutti erano tesi: sebbene non mancasse una componente gioconda in quel rumore. Ambrogio, alzatosi, anziché aprire una delle finestre che dalla sala davano sulla strada, si trasferì nel locale attiguo: qui aprì l’unica finestra e s’affacciò. Era in arrivo una delle squadre di ragazzi addetti all’affissione dei manifesti; il giovane rientrò in sala e chiamò Michele: << Vieni a vedere. >> Tornarono ad affacciarsi insieme.

Il cavallo rosso

Alcune domande a Eugenio Corti, a proposito de “Il cavallo rosso”

Dai lettori mi attendo che fra quanti sotto sotto non condividono le concezioni della cultura illuministica oggi dominante, anzi stra dominante (in particolare fra i cristia­ni), ce ne siano che accolgono con gioia la mia nuova ope­ra, nella quale le loro concezioni più autentiche sono pre­sentate non già in modo subalterno, ma al contrario poste alte sul monte. Spero inoltre che qualcuno cominci a in­travedere finalmente la possibilità d’uscire dalla lisa pro­vincialità in cui la cultura illuministica d’importazione (or­mai fallimentare dovunque — pensi a ciò che ne dice Te­stori) costringe l’Italia.

Eugenio Corti

L’isola di Eugenio

Di Corti ricordo lo sguardo acuto e limpido sotto i folti sopraccigli, il pizzetto grigio ben curato, il tratto signorile e insieme modesto: una figura che un pittore d’altri tempi avrebbe ricercato come modello per qualche gagliardo padre della Chiesa. E come uno di loro, dietro la sua pacatezza, Corti celava una tempra di lottatore.